EXHIBITION #11: Selected Stories at OHMYBLUE
OHMYBLUE è lieto di inaugurare "Selected Stories", una mostra collettiva di maestri del gioiello contemporaneo italiani. I suoi partecipanti sono:
Susanna Baldacci | Corrado De Meo | Maria Rosa Franzin (Nina Ciel) | Gigi Mariani | Barbara Paganin | Yoko Takirai e Pietro Pellitteri | Sergio e Stefano Spivach | Babette von Dohnanyi | Gabi Veit | Caterina Zanca
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La mostra "Selected Stories" a OHMYBLUE si concentra sul rapporto tra i diversi percorsi artistici creati negli ultimi anni da alcuni dei più importanti artisti del gioiello contemporaneo italiani.
La mostra invita lo spettatore a conoscere i diversi linguaggi di questi autori, avendo la possibilità di assistere all'intrecciarsi di poetiche e identità.
Un gioiello è un'immagine, un oggetto tangibile che si può raccogliere, mettere giù, guardare da una certa distanza, accarezzare. Anche leggere. Poiché questi oggetti e la loro bellezza, la loro forma, la loro estraneità, raccontano una storia che ci accompagna e che vogliamo possedere, partecipando alla costruzione del loro significato appropriandoci dei frammenti che sentiamo cari.
Queste creazioni sono architetture solitarie, spazi che diventano noi stessi e dove possiamo sentirci a casa, in un modo diverso.
The exhibition “Selected Stories” at OHMYBLUE focuses on the relationship between bodies of work created in the last years by some of the most relevant Italian contemporary jewelry artists.
This exhibition invites the viewer to experience the different languages that these authors speak, having the chance to witness to a web of interlocking formal decisions and identities.
Every piece of jewelry is an image, a tangible object that one can pick up, put down, look from a distance, caress. Even read. Because these objects and their beauty, their shapes, their strangeness, they tell a story that accompanies us and which we want to possess, participating in the construction of significance by appropriating whatever fragment it feels dear to us.
These pieces of jewelry are lonely architectures, spaces that become ourselves and where we can feel at home, strangely.