ELLE.it: Weekend alla scoperta della Venezia artigiana

Un fine settimana alla scoperta delle botteghe più interessanti della città

 

Venezia è la città romantica per eccellenza, ma è anche una città proiettata al futuro e nell'arte, per esempio con la Biennale d'Arte Contemporanea. Ma è sorprendente (ri)scoprire la sua vera vocazione di città di "mercanti" attraverso le nuove botteghe artigiane. Riscopritela con Elle.

Gloria Beggiato è un’affascinante signora di 47 anni, discendente di una famiglia di rinomati albergatori e proprietaria di uno degli hotel più charmant di Venezia, il Metropole, situato in posizione strategica sulla Riva degli Schiavoni, a due passi da piazza San Marco e dalle sedi espositive della prossima Biennale d’Arte Contemporanea.
Appena entrati ci accolgono profumi di spezie, broccati, specchiere ottocentesche e bauli di viaggiatori d’antan. La luce dei candelabri è riflessa sul pavimento di marmo: i disegni sono quelli dei lussuosi palazzi veneziani, a rombi bianchi e rossi. Gloria parla con passione di questo suo mondo, a partire dalla gallery della hall e dalle sue collezioni di oggetti d’epoca. 
«Venezia è sempre stata legata ai viaggi, agli incontri di popoli, e il Metropole riflette questa storia di incroci nei suoi archi gotici, nei mosaici, negli arredi che rimandano alla Costantinopoli dell’epoca bizantina». Partiamo da questo salotto cittadino, crocevia di artisti, musicisti, collezionisti d’arte, per un giro inconsueto di Venezia, tra negozi-scrigno di bellezze nascoste, itinerari segreti nei musei più affascinanti, percorsi gastronomici lontani dalle grandi rotte. Chi meglio di Gloria, veneziana doc innamorata della sua città, può accompagnarci?

Decori e tesori
Ci inoltriamo nel flusso di gente che anima il viavai della Riva degli Schiavoni alla ricerca di alcune eccellenze veneziane. Giriamo a destra verso piazza San Marco e al 69, sotto le procuratie, troviamo una delle gioiellerie più esclusive, famosa in tutto il mondo per la spilla Moretto con il turbante ingemmato

è Nardi, conosciuto e apprezzato anche da Hemingway, che ne parla nel romanzo Di là dal fiume e tra gli alberi. Usciti dalla piazza dall’ala napoleonica, svoltando a destra nella Calle della Frezzeria, ecco un altro negozio di gioielli-sculture: con il ferro e il vetro di Murano, i due fratelli Attombri trasformano le perle veneziane in capolavori.

Continuando in Salizada San Moisè verso Calle Larga XXII marzo, si arriva in Calle delle Ostreghe. All’angolo con Campo Santa Maria del Giglio c’è l’elegante negozio Il prato che, tra gli altri, espone le collezioni in vetro Nason-Moretti. Senza andare a Murano, questo è un valido indirizzo per curiosare tra il vetro artistico artigianale.

Per un aperitivo veloce, vale la pena allungarsi fino alla fine del campo, sul Canal Grande, al bar del Gritti Palace, da poco riaperto dopo un restauro notevole.

Rinfrescati da spritz e Bellini, proseguiamo dritti fino a Campo Sant’Angelo. Girando a sinistra, alla fine della strada che porta sul Canal Grande, incrociamo Palazzo Corner Spinelli, sede legale nonché meraviglioso showroom della Rubelli, eccellenza veneziana dei tessuti.

Non si può non vistare il vicino Palazzo Fortuny: vi si accede tornando in Campo Sant’Angelo e svoltando in Calle delle Mandola. Possiede un’anima straordinaria: la personalità di Mariano Fortuny, illustre padrone di casa, si percepisce in ogni stanza. Sempre in Calle della Mandola c’è  Venetian Dreams, un minuscolo negozietto-laboratorio di rami di corallo fatti di perline.

Il Teatro La Fenice è a pochi minuti. Alle sue spalle, c’è un piccolo spazio bianco che propone artisti interessanti: è la Galleria Dorothea van der Koelen.
Da Campo Sant’Angelo raggiungiamo Campo Santo Stefano per oltrepassare il Ponte dell’Accademia, uno dei quattro ponti che attraversano il Canal Grande. A sinistra, nella calle larga che collega l’Accademia alle Zattere, si scorge, in stile Art déco, il Design Hotel Ca’ Pisani, gestito da una famiglia veneziana di lunga tradizione alberghiera.

A destra del ponte, seguendo la strada per Campo Santa Margherita, arriviamo a un negozio di specchi convessi di bellezza eccezionale, Canestrelli. A dispetto del nome, “specchi delle streghe”, erano considerati portafortuna, perché riflettevano all’esterno i malocchi.

Dopo gli specchi magici, si sbuca in Campo San Barnaba: a metà circa della lunga calle che inizia alla sinistra, ci si imbatte in un piccolo Atelierda poco inaugurato da Muriel Balensi, che crea gioielli in vetro, e Dominique Brune, che confeziona, anche su misura, costumi che è possibile noleggiare o acquistare.

Da Campo San Barnaba si accede anche a Ca’ Rezzonico, splendido museo del ’700 veneziano.

È ora di pranzo. Da Calle Lunga San Barnaba in pochi minuti siamo alle Zattere, dove prendiamo il primo vaporetto per la Giudecca con destinazione Harry’s Dolci. Bisogna sedersi a un tavolo in riva d’acqua e gustarsi il menù della casa in un contesto primaverile. A poca distanza l’Hotel Cipriani, luogo da sogno per una sosta che non ha eguali al mondo. Una valida alternativa per il pranzo è il Ristorante alla Madonna in Calle della Madonna.

Lasciati il sole e la leggerezza degli arredi dell’Harry’s Dolci, torniamo in Campo San Barnaba. Superato Campo Santa Margherita, è la volta di Campo San Pantalon e del Canapé, arredamento per la casa dal tocco gentile, specie per gli oggetti orientali.

Andando verso San Rocco, la Basilica dei Frari e Campo San Polo, raggiungiamo il Sestiere di Santa Croce. Nella Salizada San Stae c’è lo splendido Palazzo Mocenigo, dedicato alla storia del costume e dei tessuti. Appena dopo Mocenigo, incappiamo in un interessante museo di arte moderna con opere che sono state esposte alle passate Biennali, Ca’ Pesaro.
È il momento di attraversare il Canal Grande: prendiamo il traghetto di Santa Sofia, la gondola “collettiva” dove si sta in piedi trasportati sull’altra sponda, per approdare nel Sestiere di Cannaregio, raggiungibile anche attraversando il Ponte di Rialto. Dietro Campo San Bortolo, Giovanna Zanella produce interessanti calzature artigianali.

Dirigendoci poi verso la stazione ferroviaria, se ne sta nascosto ai più un forziere di velluti e cotoni dipinti, molti dei quali stampati con una macchina che Mirella Spinella ha inventato appositamente. Per gli abiti sartoriali a prezzi stracciati il top è invece il “vintage” Aldo Strasse in Campo Santa Giustina (“strasse”, in veneziano, vuol dire “stracci”).

L’ultima tappa è in un bel negozio di accessori, gioielli e oggetti per la tavola appena aperto in Campo San Tomà da una giovane appassionata e coraggiosa Oh my blue.

Dopo l’aperitivo alla Palazzina Grassi, glamorousissimo hotel di Philippe Starck accanto a Palazzo Grassi. Per la cena una buona idea potrebbe essere il Gam gam nel Ghetto Vecchio, ristorante kosher che è l’occasione per fare un giro nel ghetto più antico d’Europa attorniati da bimbi con la Kippah (il tipico copricapo degli ebrei osservanti) e da cinque sinagoghe. Se all’hummus preferiamo gli spaghetti al nero di seppia, dobbiamo proseguire per Strada Nuova fino a Campo Santi Apostoli, e svoltare a sinistra verso il cinema Giorgione. Qui si trova l’ottima trattoria di pesce Da Bepi.

Possiamo anche spingerci fino a Burano, alla Trattoria al Gatto Nero in via Giudecca 88. Oppure cenare a Murano, gustando la prelibata cucina di pesce dell’Acquastanca in Fondamenta Manin 48.
Non ci resta che affrontare la movida veneziana: si va al Paradiso Perduto in Fondamenta della Misericordia, atmosfere bohémienne e musica dal vivo; al Caffè Centrale, per la clientela raffinata; o in Campo Santa Margherita, dove è impossibile non trovare un bar per trascorrervi la serata.

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Chiaralice Rizzi